Confusione rivoluzionaria

Ohé, Lorenza, non è che politicamente tu sia un po’ confusa? Sei scivolata via via sempre più a sinistra, sei partita, anni fa, da Marino e Civati nel PD, ti sei poi ritirata nel tuo personale Aventino, sei tornata in pista a novembre 2012, per sostenere la candidatura di Vendola alle primarie (in nome del misterioso “profumo di sinistra” evocato dal leader di Sel), ti sei turata il naso scegliendo al secondo turno Bersani, in funzione anti Renzi, dopo qualche giorno hai deciso che no, a questo giro basta, a votare non saresti proprio andata, e ora, dopo il gran gesto di Ingroia, ci hai ripensato una volta di più, e ti sei imbarcata armi e bagagli in Rivoluzione Civile … Mi sa che hai qualche problema di interpretazione. 

Vediamo un po’ cosa ti si può dire per convincerti a lasciar perdere: Rivoluzione Civile ha tradito le aspettative. Rivoluzione Civile ha spartito le candidature fra la rumorosa platea dei riciclati, Rivoluzione Civile è la brutta copia dell’operazione fallimentare della Sinistra Arcobaleno, Rivoluzione Civile è un cartello elettorale male assortito, Ingroia è un pacco ed è pure un po’ immorale, i magistrati in politica non ci devono stare, il voto a Rivoluzione Civile è peggio che inutile, è dannoso e finirà per avvantaggiare Berlusconi, Rivoluzione Civile è stata abbandonata da pezzi importanti della cosiddetta “società civile” che pure pretendeva di rappresentare (“professori” di Alba, i puri di #Cambiaresipuò, le Agende Rosse … e poi e poi …) Rivoluzione Civile è, è, è … 

Alt. Non sono io ad essere confusa, abbiate pazienza. E’ la scena politica italiana ad essere un gran caos, appena nascosto dal serioso loden di Mr Monti, un signore un po’ snob che non mi piace e non mi è mai piaciuto, nemmeno quando tutti, un annetto fa, si riempivano la bocca con la “ritrovata” credibilità italiana sulla piazza internazionale. La verità è che, in questi anni, ho cercato quasi disperatamente una proposta politica che fosse seriamente, autenticamente, programmaticamente di sinistra. E non sono una pericolosa estremista, una nostalgica del marxismo leninismo vecchia maniera, Non sono un vecchio rottame del XX secolo, approdato non si sa come nei fulgidi tempi in cui le differenze fra destra e sinistra, si dice, non esistono più, e le ideologie sono stata azzerate dalla brillante intuizione postmoderna della fine della grandi narrazioni. Sono una che, ahimè, è tuttora convinta che le distinzioni esistono e che proprio aver finto, in nome di una malintesa modernità, che la ricetta fosse una e una sola, ci ha portato alla situazione attuale, della quale molti sono stati artefici, non solo l’increscioso Berlusconi che, in ultima analisi, è un comodissimo capro espiatorio. E la situazione attuale, in Italia, è sotto gli occhi di tutti: mancanza di equità sociale, corruzione ad ogni livello, violazioni continue della legalità, compromissioni gravi con la criminalità organizzata, evasione fiscale spaventosa unita ad un’altrettanto spaventosa pressione fiscale caricata sulle spalle dei soliti fessi, recessione, tagli lineari al welfare, sanità e scuola, penosa arretratezza in tema di diritti civili, una classe dirigente affogata nei privilegi e ormai quasi del tutto autoreferenziale, incapace di ascoltare i cittadini e, soprattutto, incapace di proposte serie per risolvere la crisi che durino più dello spazio della propaganda elettorale. E di tutto questo le responsabilità sono ampie e condivise: il PD non ne è affatto esente, anzi, e Sel rischia seriamente di essere complice di una strategia politica che, mi sembra evidente, mira all’accordo con Monti e quindi all’avallo di una politica che, forse, avrà contribuito ad abbassare lo spread ma, al tempo stesso, ha letteralmente massacrato i ceti più deboli e più esposti e significativamente danneggiato la cosiddetta classe media.

Torniamo a Rivoluzione Civile. Ingroia ha ufficializzato la sua scelta di candidarsi il 21 dicembre. Oggi è il 19 gennaio. In meno di un mese il meccanismo si è messo in moto e le liste sono state presentate. Ma in queste poche settimane le pretese sono state numerose e i malumori  profondi. Si immaginava, forse, che RC uscisse bell’e pronta dalla testa di Ingroia, come Atena dalla testa di Giove: sedi, organizzazione, know how politico e comunicativo, denaro e quant’altro. Quando si sono imbarcati i partiti, esponenti illustri della società civile si sono defilati gridando al tradimento. E ancora oggi, le lamentazioni sulle modalità di scelta delle candidature, sull’ingerenza dei partiti, etc etc, si levano altissime. Ma una campagna elettorale non si improvvisa in meno di un mese sulla base della buona volontà: occorre una struttura logistica, occorre conoscere procedure e adempimenti, occorrono sedi, strumenti, militanza sul territorio e non solo nelle aule universitarie, nelle sale dei convegni e nelle pagine di giornale. Se si scappa immediatamente per paura di malefiche contaminazioni, e si sceglie di stare a guardare con il ditino alzato, come si può pretendere poi di pesare concretamente su scelte e strategie, che comunque hanno bisogno non solo di belle intenzioni ma di supporti materiali concreti ed efficienti?

Bene, è sulla base di queste considerazioni che, alla fine, dopo aver osservato, valutato e soppesato quello che stava accadendo, ho deciso che tanto valeva provare. Perché in questi anni di passione e grande sofferenza civile, ho partecipato a tante belle iniziative, promosso dibattiti, organizzato eventi, discusso in conferenze, incontri e presentazioni di libri, ma sotto sotto una vocina mi ripeteva: sì, tutto bello, tutto utile, per diffondere informazione e consapevolezza, ma se poi alla fine ci ritroviamo fra gente illuminata che la pensa allo stesso modo, e manca la sponda politica che presti ascolto a tutte le nostre elevate elucubrazioni (in tema di legalità, equità, diritti, lavoro etc etc), i nostri bei ragionamenti a che servono se non a procurarci una fragile consolazione?

Un esempio per tutti: lo spinosissimo tema dei diritti. Che cosa posso ragionevolmente aspettarmi da un PD sempre oscillante e incerto fra le sue molteplici anime, dalla Concia alla Bindi,  e comunque intenzionato ad appoggiare un distinto signore piuttosto anzianotto che sostiene in tutta tranquillità che la famiglia è solo quella formata da un uomo e una donna legalmente uniti in matrimonio? Basta, non mi fido più.

Rivoluzione Civile è, in primo luogo, una scommessa. Si trasformerà in una fregatura? In tal caso, per me non sarà che l’ultima di una lista che sta diventando desolatamente lunga. A chi allora mi dirà: te l’avevo detto, potrò sempre rispondere: Beh, almeno ci ho provato. E tu che cosa hai fatto, davvero, a parte titillarti con la giustificazione stantia del voto “utile” (ma utile per che cosa e soprattutto a chi esattamente?) o rifugiarti nella desolazione del non voto?

 

 

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5 risposte a Confusione rivoluzionaria

  1. Rinaldo scrive:

    a prescindere dalle premesse, che io ho abbandonato il “PD” nel 1976, ed ho votato Vendola alle primarie in funzione anti Renzi ma già tappandomi naso e orecchie, concordo su tutto ciò che scrivi su RC. Anzi, forse non concordo con quanto scrivi sui promotori di cambiare si può: trovo legittimo da parte loro non capeggiare più qualcosa in cui non si ritrovano pienamente…in fondo hanno anche detto che appoggeranno Ingroia. Essere in testa però è altra cosa. Io non avrei fatto come loro, probabilmente sarei rimasto convintamente accanto a Ingroia “sporcandomi” quanto lui…che come giustamente dici la politica presenta aspetti pratici imprescindibili e impossibili da creare dal nulla in meno di 60 giorni.
    Non ti conosco ma ti stimo.
    Rinaldo

  2. sergio scrive:

    lorenza ritengo che tu le idee le abbia molto chiare,e le dovrebberò avere anche altri se ritengono ancora di credere a sinistra.complimenti per la tua onestà politica.

  3. Asaka scrive:

    Concordo con quasi tutta la tua analisi. È ormai da tempo che non riesco più a identificarmi e sentirmi rappresentata da un partito; e mi rendo conto che, anche le ultime volte che ho votato un partito perché davvero fiduciosa in ciò che esso pareva proporre, la mia era solo illusione, fondata su basi inesistenti.
    Tra me e il PD è finita quando ha appoggiato Monti, e quando ha chiarito che avrebbe continuato a farlo pur tra i vari battibecchi tipici della campagna elettorale. Tra me e Vendola è finita quando ha appoggiato il PD – e quindi, vedi punto precedente.
    Questa sottomissione acritica al sedicente governo tecnico e ai poteri che lo hanno insediato – che, è chiaro a tutti, non terminerà con le elezioni – deve finire.
    Ma la paura è che non vi sia nemmeno una valida alternativa, inclusa Rivoluzione Civile. Non so cosa farò nell’urna elettorale, ma mai ho avuto dubbi come quest’anno.
    Grazie del tuo articolo, l’ho apprezzato molto.

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