I Fantastici Cinque, il giorno dopo

Dopo la tempesta di sghignazzate che ha commentato la bizzarra strategia comunicativa scelta dal PD per pubblicizzare l’evento, abbiamo avuto anche noi il nostro bravo confronto all’americana. Naturalmente via facebook e twitter i commenti in diretta si sono moltiplicati: per esempio, io e un gruppetto di amici assolutamente trasversale (renziani, vendoliani, bersaniani, e pure un supporter di Gozi rimasto senza fissa dimora) ci siamo dedicati ad un furioso “liveblogging” a ruota libera su facebook (in realtà abbiamo perfezionato il metodo a partire da X Factor, quello di Morgan, Elio & C., il che la dice lunga).

Ammettiamolo, ci siamo divertiti, ma non era una cosa seria. Nel nostro gruppetto abbiamo concluso, mi pare, che i migliori, ognuno a suo modo, siano stati Renzi e Vendola. Bersani senza infamia e senza lode. Puppato discontinua e non sempre convincente. Tabacci non pervenuto. Ovviamente nessuno di noi si è spostato di un millimetro dalle posizioni originarie: per qualcuno Vendola è sempre troppo poetico, per qualcun altro Renzi è comunque troppo furbo, etc etc. E ho l’impressione che gli indecisi e gli scettici siano rimasti indecisi e scettici. I sondaggi post evento promossi dai vari giornali suggeriscono valutazioni diverse, a volte proprie opposte, sui risultati del confronto. Lasciamo stare le opinioni dei giornalisti in studio: ne avremmo fatto volentieri a meno, e comunque anche loro non sono usciti dal consueto gioco delle parti. Chissà, forse ha ragione Alessandro Gilioli: ieri non abbiamo sentito nulla che già non sapessimo, non abbiamo sentito nulla di quello che volevamo sapere.

In altri termini: i candidati hanno recitato ognuno il proprio personaggio, come da copione: Vendola l’idealista, Renzi l’americano, Bersani il padre di famiglia, Tabacci il democristiano, Puppato l’outsider un po’ inesperta. Ma certo sono mancati il guizzo, l’elemento di sfida, l’imprevisto che accende la fantasia, la frase che “buca lo schermo”. Devo ammettere che, alla fine, le parole che mi sono piaciute di più sono state quelle postate da Vendola sulla sua pagina Facebook: “Mamma quanto ho sudato. Grazie a tutti“. Forse non lo rendono più carismatico,  ma almeno promuovono un elemento di identificazione molto umana fra il leader e il suo “popolo”. Tuttavia a ben vedere anche questo fa parte della specifica retorica vendoliana, quindi niente di nuovo sotto il sole.

Francamente credo che l’unica cosa da fare, seppure non decisiva, al di là dei comizi, degli show, dei dibattiti televisivi, sia leggere con attenzione e confrontare i programmi scritti dei candidati: un confronto che io e Luisa di Laicità e Diritti, tanto per dire, ci proponiamo di fare, a proposito di diritti, sul blog che abbiamo creato per questa finalità: Diritti in gioco.

Su Internet ognuno di noi, se vuole, può gridare “Il Re è nudo!”. Ricordiamolo sempre e agiamo di conseguenza. 

 

 

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