La collezionista di titoli … frustrata

carta-del-docente-581x250Dice: ma che te ne fai di una seconda laurea? ne hai già una, sei in procinto di conseguire un dottorato, sei docente di ruolo da trent’anni, ben radicata nella tua scuola, quindi, a meno che tu non ti imbarchi in qualche impresa criminale, è impossibile che ti mandino via … e allora?

Beh, voglio levarmi uno sfizio e chiudere un conto aperto dall’epoca dei miei giovanili studi universitari, quando la seconda laurea era in programma, ma poi sfumò per improvvise e irrisolvibili difficoltà familiari ed economiche.

E siccome il MIUR mi omaggia di 500 euro che posso spendere in formazione, ho pensato bene che, una volta chiuso il dottorato, avrei potuto usare quei soldini per coltivare il mio antico amore per la filosofia (antica, per di più). Di computer, del resto, ne ho cinque (più quelli dei figli), di libri qualche migliaio, al cinema ci andrei lo stesso, a prescindere dai 500 euro, dal punto di vista della didattica innovativa e digitale IO, come animatore, dovrei fare formazione agli altri … insomma, per le mie esigenze di classicista, ancorché “digitale”, un bell’approfondimento strutturato nell’ambito della filosofia greca risulterebbe essere la classica spruzzata di cacio sui maccheroni. 

Recita l’avviso del MIUR (reperibile qui):

I docenti potranno utilizzare i 500 euro generando sull’apposita piattaforma buoni di spesa per:

  • l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale;

  • l’acquisto di pubblicazioni e di riviste utili all’aggiornamento professionale;

  • l’acquisto di hardware e software;

  • l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’Istruzione;

  • l’iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale;

  • l’acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;

  • l’acquisto di biglietti di musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;

  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.

Ci siamo, no?

E invece no. Armata di SPID (altrimenti detto “Sistema di Identità Pubblica Digitale”) nuovo di zecca (perché anche con quello ci siamo dovuti attrezzare), entro in piattaforma e indago. Qual è il meccanismo? Una volta autenticatisi in piattaforma, i docenti generano buoni spesa elettronici, in pratica denaro virtuale con il quale possono pagare i servizi offerti dagli enti o dagli esercenti accreditati e registrati. Ma … mentre le scuole, in quanto emanazioni del MIUR, risultano automaticamente inserite, delle Università non c’è traccia.

Perplessa, decido di approfondire. Facebook in questi casi può essere utile (non serve solo a scambiarsi insulti sanguinosi fra opposte tifoserie politiche, grazie a Dio: a volte qualche informazione pratica  salta fuori). Scrivo questo post,

Problemi di una che ha voglia di studiare: rilancio ai miei contatti, soprattutto a quelli che gravitano in ambiente universitario.

Come saprete, è attiva dai primi di dicembre la cosiddetta “Carta del Docente” che mette a disposizione degli insegnanti italiani 500 euro da spendere per formazione, aggiornamento, consumi culturali etc etc. Occorre attrezzarsi con SPID, accedere alla piattaforma, verificare quali sono gli enti e gli esercenti accreditati, generare buoni elettronici e … spenderli.

Dunque, io vorrei spendere i miei 500 euro per conseguire una seconda laurea, cosa che la normativa mi permette. Sto concludendo un dottorato, e ora che ho preso il ritmo, mi va di aggiornarmi a modo mio: cioè studiando e ritornando a pascermi di quel cibo che solum è mio etc etc.  

Ma qui casca l’asino: le università devono accreditarsi, non sono riconosciute automaticamente dal sistema. Ora, mi chiedo: ma le Università e le loro burocrazie ne sono al corrente? Quando intendono attivarsi? Anche perché, più passa il tempo e più il costo per un’eventuale immatricolazione in ritardo levita.
A parte questo: ma non è un po’ perverso un sistema che prevede che enti direttamente dipendenti dal MIUR come le Università si autoaccreditino su una piattaforma implementata dal MIUR medesimo?

… e lo condivido, con i necessari aggiustamenti a seconda del target, nel gruppo “Animatori Digitali”, sulla pagina di ROARS e, ovviamente, sulla mia bacheca.

Devo dire che qualcosa ho smosso. Alcuni dei miei amici universitari si stanno interessando presso le strutture di appartenenza. L’impressione, tuttavia è che le Università non sappiano nulla, o quasi, dell’intera faccenda. Su “Animatori Digitali” una collega mi informa che, attivando la procedura per creare il buono elettronico, è possibile crearne uno da spendere presso le Università, visto che c’è una voce apposita. Ma mi invita a verificare se poi effettivamente la mia Università è disposta ad accettarlo. A lei infatti è accaduto questo:

Io ho provato con un ente, che mi ha detto di generarlo [il buono] e inviarlo via mail. Un altro ente invece dice che prima devono registrarsi alla piattaforma. Il primo è un ente accreditato, l’altro offre un corso accreditato, ma non è ancora accreditato come ente. Quest’ultimo ente dice di essere stato invitato dal MIUR a registrarsi alla piattaforma.

Oddio, è piuttosto cervellotico: corsi accreditati offerti da enti non accreditati. E le Università? che sono accreditate di default, pare, ma non appaiono da nessuna parte? e una laurea magistrale in Filosofia sarà degna di rimborso?  Insomma, in queste condizioni, c’è da fidarsi? Torno a leggere le FAQ emesse dal Ministero e, ad un esame più attento, trovo questa indicazione:

Come posso fare per utilizzare i buoni di spesa per iscrivermi ad un corso di
laurea,magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a
corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale?
È necessario anzitutto verificare gli enti preposti all’erogazione della formazione [vedi
domanda n.1 “beni e servizi acquistabili”], fisici e online, che hanno aderito all’iniziativa Carta del Docente, una volta individuati quelli rispondenti alle proprie esigenze si può procedere all’acquisto dell’attività formativa scelta generando un buono di spesa [vedi domanda n.1 – “generazione buoni e acquisti”].

Insomma, mi pare di capire che, se i singoli Atenei non aderiscono, l’ipotesi della laurea non è praticabile come iniziativa di aggiornamento sovvenzionata dal MIUR. Per il momento pare che gli Atenei manco sappiano che potrebbero aderire: ma se lo sapessero, lo farebbero? Pare che la procedura per il rimborso sia alquanto farraginosa. Dunque a loro conviene?

Infine, un dubbio: tutta questa complicazione, non serve per caso ad instradare “gentilmente” le scelte dei docenti verso la formazione interna oppure in direzione di opportunità più … consumistiche rispetto a una laurea o a una forma qualunque di corsi post lauream?

In ogni caso le istituzioni dovrebbero dialogare, le indicazioni essere chiare, l’offerta formativa limpida, i paletti ben evidenti: cosa che non mi pare avvenga in questo caso. Se non si può, non si può: ma allora ditelo! Oppure non dite che si può, per poi rivelare che, in realtà, non si può. Sembra uno scioglilingua, mi rendo conto, ma non è più contorto di quanto sia l’intera faccenda della Carta del Docente, a ben vedere.

Resto in attesa di ulteriori notizie e indagherò ancora. Vi farò sapere!

 

 

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