Mi sfugge il senso.

Leggete qui:

“In un cammino difficile, dove tutti i ruoli si devono ridefinire, lo sguardo fisso e sicuro delle performers unito alla loro “debolezza estetica”, lo sguardo che guarda chi guarda, vede chi guarda, si guarda guardato, non rinunciando a niente del femminile, a noi è sembrata una risposta e una partita tensiva che andava giocata”.

 

Poi, guardate questo.

Il testo dovrebbe chiarire l’immagine (se volete divertirvi – o farvi male, dipende –  leggete qui anche gli altri “concept”).  Io sono un po’ tarda, lo ammetto: ma quello che vedo è una pubblicità del tutto simile a quelle di D&G, applicata in modo incongruo ad una strampalata rilettura del Ninfale Fiesolano di Boccaccio. Il trionfo del kitsch con la solita strumentalizzazione poco felice del corpo femminile. In salsa pseudo-colta, per di più.

A proposito di questa campagna pubblicitaria, ieri ho sottoscritto e condiviso su ChangeOrg una petizione, che vorrei diffondere anche tramite blog. Insomma, l’immagine non solo è sessista, ma è anche giustificata con argomenti tanto, troppo simili alla proverbiale supercazzola. Intollerabile.

Aggiornamento: la Presidenza della Repubblica ha in pratica tolto il patrocinio all’iniziativa, non tollerando di essere accostata a questa brutta immagine. Che, naturalmente, continua ad essere spacciata per arte dagli ideatori. Qualcuno li avverta, per favore: non è esattamente la Maya Desnuda o Le Déjuner sur l’herbe. E’ proprio una cosa di pessimo gusto e insopportabilmente furbesca.

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